NOISIAMO

Nell’indefinibilità dell’identità di ognuno di noi, fatta da una mescolanza di ciò che appare e ciò che è nel divenire del tempo.


mi illumino se penso

TEAM

Diwergo è una società costituita da quattro cercatori di umanità che operano nel campo della comunicazione, dell’imprenditoria e del design.

Antonio. Immagine in bianco e nero con una chiazza arancione trasparente in basso a destra. Il protagonista è in un ambiente domestico elegante. Si vede il busto con la camicia a righe e il foulard chiaro con fiorellini al collo. Porta gli occhiali da vista a goccia e ha la testa calva con lo sguardo allegro.

Antonio Giuseppe Malafarina, 1970


Direttore di Superando.it. Giornalista, blogger, divulgatore scientifico, poeta, esperto di nuove tecnologie e d&y, che vuol dire che ha una certa esperienza nell’inclusione: oltre 600 articoli fra disabilità e valorizzazione della diversità e partecipazione a svariati progetti a tema. Presidente onorario della fondazione Mantovani Castorina, presidente di giuria del premio Turismi Accessibili, presidente del comitato scientifico della giuria del premio giornalistico Franco Bomprezzi, non è presidente del Festival delle Abilità ma contribuisce a organizzarlo ed è stato fra i suoi primi sviluppatori. Tiene lezioni sulla disabilità, il linguaggio e la progettazione universale. Ha collaborato e collabora con un mucchio di entità altisonanti ma non se la tira. Nel tempo che gli resta… Riposa in pace a Milano. Ma anche fuori porta. Hobby: orologi di lusso (che non si può permettere) e automobili d’epoca (di cui si concede una collezione in scala 1/18).

Andrea.
Immagine in bianco e nero con una chiazza arancione trasparente in basso a destra. Il protagonista, inquadrato dalla cintola in su con giacca scura e camicia bianca, posa su uno sfondo chiaro con la scritta arte in grigio sulla sinistra in verticale. I capelli scuri sono fluenti.

Andrea Tosi, 1974


Natali ed educazione umanistica a Genova, poi vissuti a Siena, Parigi e Roma, dove ha completato la formazione scientifico-tecnologica e si è laureato in scienze della comunicazione con specializzazione in scienze cognitive e gestione delle nuove tecnologie della comunicazione. Ha infine trovato casa nel sistema del design e della moda milanesi. Ha sempre fatto innovazione tramite la mediazione: tra il business e il design, tra lo spirito creativo e quello imprenditoriale, tra le diverse culture, sia locali, sia internazionali. Si sente un navigatore: porta nel mondo la diplomazia culturale e lo spirito commerciale italiani e attrae studenti. Quelli che contamineranno la cultura italiana e rinnoveranno l’industria dell’italian way of living. I suoi hobby li tiene segreti.

Chiara.
Immagine in bianco e nero con una chiazza arancione trasparente in basso a destra. La protagonista, in esterna a mezzo busto davanti a una parete di foglie, indossa una giacchetta nera sopra una camicetta senza collo bianca a quadretti neri. Il volto, con i capelli corti lisci e scuri, è sereno. Lo sguardo è acceso.

Chiara Rodriquez, 1970


Laureata in architettura al Politecnico di Milano, è cresciuta nel mondo del design milanese, che le era di casa. Per anni ha coltivato vari aspetti di ricerca su spazio, conflitti e parola, tra l’altro organizzando workshop nei Balcani e traducendo testi di storia dell’architettura. Da sempre ha sviluppato attenzione per il fare bene e il fare bello, coniugandoli con la necessità di scelte di progettazione e produzione consapevoli. Un iter professionale avviato nel retail design e project management per la moda e approdato nella riflessione sul progettare per il pianeta. Per molti anni ha chiamato sue città New York e Hong Kong. Dal 2020 è a Milano per essere presidente di Materially S.r.l. Impresa Sociale, società che offre soluzioni materiali in un’ottica di innovazione, sostenibilità e circolarità. Altra presidenza presso l’Associazione Ruvuma Onlus, dedicata al miglioramento dell’accesso a cure mediche per la popolazione tanzana. Ama muoversi in bicicletta e fra le esperienze umane, fra cui adora tessere reti.

Giulio.
Immagine in bianco e nero con una chiazza arancione trasparente in basso a destra. Il protagonista, inquadrato dal collo in su su uno sfondo neutro, ha uno sguardo professionale quanto empatico mentre con la mano solleva gli occhiali da vista. Stempiato, il collo della camicia è aperto.

Giulio Ceppi, 1965


Formazione Visual design alla Scuola Politecnica, laurea in architettura e Phd in design al Politecnico di Milano. Nel 1994 arriva la docenza, sempre al Polimi. Fino al 1997 coordina il Centro Ricerche Domus Academy. Fonda il Master in Business Design e in seguito è senior design consultant di Philips Design. Nel 1999 fonda Total Tool, società di visioning e design strategy, oggi con sedi a Milano e Buenos Aires, e oltre 270 progetti svolti nei 5 continenti. Gli piace dire la sua: ha tenuto conferenze in oltre 25 Paesi, scritto numerosi saggi e curato importanti mostre in Brasile, Cina Germania, Giappone e Stati Uniti. È stato premiato: numerose menzioni al Compasso d’oro, il premio Dedalo Minosse, il premio nazionale per l’innovazione dei Servizi di Confcommercio. È nel curatorium della Fondazione Italiana Bioarchitettura e fondatore di Schola Italica, head of system design di Earth300. Ma alla fine che fa? Si occupa di progettazione sensoriale e design dei materiali, di tecnologie emergenti e strategie per l’innovazione. Vive e lavora a Milano e sul lago di Como, si immerge con autorespiratore da quando aveva 11 anni ed è stato fra i primi a cavalcare un windsurf. È un fotoamatore evoluto e instancabile produttore di collage.


Parole. Gettate al vento. Sbattute in faccia. Scritte, parlate, lette. Persino taciute. Dolorose, lievi. Diverse. Le usiamo ogni giorno. E talvolta vorremmo servircene, scegliere quelle appropriate, senza riuscirci. Le parole possiedono storia. Hanno un contesto, una massa, un futuro. Le parole sono coscienza.

Che siano aforismi, poesie, articoli di giornale, idee per umanizzare la tecnologia, spazi di condivisione, oggetti, per noi l’umanità è più che un attributo che coincide con la solidarietà sociale. È sostantivo che ci riporta alla nostra natura di essere umani di cui non disperdere il valore.

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